ChatGPT supera il Test di Turing: nuovi metodi di valutazione per l'Intelligenza Artificiale
La potenza di calcolo di ChatGPT ha permesso di superare il Test di Turing, suscitando alcune preoccupazioni tra esperti del settore, sociologi, umanisti e filosofi. Queste paure riguardano principalmente la presunta minaccia alla "sacralità del linguaggio umano" e la possibilità che si sia decodificato il "modus operandi" del nostro pensiero. Timori che fanno parte sempre della questione se sia etico o lecito l'uso di queste tecnologie modo indiscriminato per chiunque.
Ma in cosa consiste il Test di Turing e perché suscita preoccupazioni?
Il Test di Turing è stato sviluppato da Alan Turing nel 1950. Nella pratica consiste nel mettere all'interno di una sala sia una persona che un computer. Un potenziale giudice, posto all'esterno della sala, è incaricato di stabilire quale dei due interlocutori sia umano e quale la macchina, interloquendo con entrambi. Il test, al tempo, fu concepito come un punto di riferimento per determinare se un computer fosse veramente in grado di pensare come un uomo.
L'A.I. è di fatto un sistema che utilizza algoritmi di calcolo per simulare il pensiero umano e risolvere problemi complessi. Con il progredire della tecnologia i suoi algoritmi sono diventati sempre più sofisticati, tanto da raggiungere oggi uno stadio di sviluppo in cui è capace di passare il Test di Turing.
Questo, tuttavia, ha generato alcune preoccupazioni per umanisti e i filosofi. Alcuni ritengono che l'AI, passando il Test, possa danneggiare l'integrità (intesa in termini di empatica esclusiva) del linguaggio umano. Altri considerano invece il passaggio del Test come un'indicazione che questa può indubbiamente svolgere molte attività umane, comprese quelle che richiedono la capacità di interpretare il linguaggio.
Il riconoscimento della macchina come "pensante" potrebbe essere interpretato come un'ulteriore preoccupazione degli esperti riguardo la possibilità che si possa rimuovere la distinzione tra l'essere umano e la macchina, trasformando il confine precedentemente definito in uno sfumato, ovvero una situazione in cui la separazione tra uomo e macchina non sia più chiara e definita come ci si aspettava.
Ed è qui che sorge la questione dell' "artificiale pensante". Ovvero ci si pone la seguente domanda: se Il superamento del Test di Turing indica che un calcolatore possa imitare in modo indubbiamente accurato il pensiero umano, si mette in discussione il ruolo dell'umanità nel mondo moderno?
Una domanda che a data attuale non ha una risposta, Tuttavia, anziché focalizzarsi su tale questione, si vedano anche i vantaggi nell'utilizzo dell'AI e della sua capacità di emulare il linguaggio umano. Questa tecnologia potrebbe rappresentare infatti una possibilità per sviluppare maggiormente l'intelligenza artificiale nell'assistere le persone, migliorando la qualità della comunicazione umana., ovvero utilizzarla in vari settori con l'obiettivo di rendere il linguaggio più accessibile (come già fanno i traduttori universali) e di garantire una migliore comprensione tra le persone.
Pertanto, sebbene il superamento del Test di Turing da parte dell'AI possa sollevare preoccupazioni, non si deve "demonizzare" la tecnologia, bensì utilizzarla costruttivamente per migliorare la comunicazione e sviluppare ulteriormente le prestazioni relative all'interpretazione del linguaggio umano, come ad esempio negli assistenti virtuali nella pubblica amministrazione, nella comunicazione di avvisi e divieti per la sicurezza pubblica, fino ad arrivare all'uso del linguaggio naturale per ruoli educativi di insegnamento.