Neuralink ed Oltre

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Due cervelli possono diventare un "unicum" e funzionare in sincronia?

Se fino a poco tempo fa idee del genere appartenevano al campo della fantascienza o comunque relegate al solo campo di disquisizione, oggi grazie a progetti come il Neuralink ne possiamo cominciare a parlare come una tecnologia reale a breve disponibile,
Un collegamento neurale fra due o un gruppo di persone è un'idea che a prima vista potrebbe sembrare bislacca, ma in realtà esiste già una forma di connessione tra le persone che utilizziamo ogni giorno: Internet. Grazie alla Rete, siamo in grado di comunicare con persone in tutto il mondo e accedere a informazioni, notizie e opinioni che altrimenti non avremmo modo di conoscere. Un collegamento neurale sarebbe una sorta di estensione di questa connessione, permettendoci di condividere i nostri pensieri e sentimenti direttamente con gli altri, come se fossero nostri stessi.
Un collegamento sinaptico diretto potrebbe comunque sembrare spaventoso per alcuni, poiché comprendere i pensieri degli altri potrebbe violare la loro privacy, tuttavia, si potrebbe ipotizzare anche un collegamento volontario e protetto da robusti sistemi di sicurezza, in modo che solo le informazioni che si sceglie di condividere possano essere accessibili agli altri. In questo senso, sarebbe simile a un social network, dove si ha il controllo completo sui dati personali che si vogliono condividere.
Le potenzialità di tale tecnologia sono molteplici e rivoluzionerebbero il modo in cui interagiamo tra di noi. Innanzitutto, permetterebbe di comprendere meglio gli altri e di mettersi nei loro panni. Spesso, le guerre e le uccisioni sono causate proprio dalla mancanza di comprensione reciproca e dalla difficoltà di vedere le cose dal punto di vista dell'altro. Con un collegamento neurale, sarebbe possibile comprendere le motivazioni e i pensieri degli altri, riducendo il rischio di conflitti. Ad esempio, se due popoli sono in contrasto per motivi religiosi, sociali o politici, grazie al collegamento neurale potrebbero capire meglio le rispettive credenze, tradizioni usi e costumi, senza dover arrivare alla guerra e favorirebbe l'emergere di una maggiore empatia e compassione tra le persone.
Ovviamente questa è solamente la punta dell'iceberg, sia da un punto di vista accademico, sia da un punto di vista di realizzazione pratica, sono necessari ancora anni di realizzazione e sperimentazione. Si evidenzia comunque un dato di fatto: in linea di massima ignorare una tecnologia che, come tutte le scoperte, può essere usata sia per fini umanitari che bellici, non aiuterebbe a migliorare né a tutelare il genere umano o biologico; si rende quindi necessario approfondire, studiare e capire tali progressi scientifici in modo da poterli regolamentare ed utilizzarli nel miglior modo possibile.