Lo scientismo è proprio dell'essere umano?
Un'informazione introdotta in modo esterno rispetto a quelle da noi elaborate può generare nella mente umana una valenza differente. Per essere più specifici tutto ciò che viene appreso come nozione già pronta ed assimilabile, ovvero collocata in una dimensione al di fuori dalla nostra sfera sensoriale (o che anche collegata ad essa non venga completamente compresa), può condurre al salto del passaggio di verifica nei confronti di questa. Affinché ciò possa avvenire si rende sufficiente che l'informazione stessa sia soggetta ad un approfondimento specifico, ovvero che esista una volontà di investigazione nei suoi confronti. Il fenomeno che si genera è un'apprendimento per postulati, ovvero nella maggior parte dei casi si dà per scontato che ciò che si studia, per il solo motivo di contenere un'informazione descrittiva maggiore di quella che sia memorizzata nella nostra entropia informativa (ovvero abbia una connotazione di diversa matrice rispetto all'informazione inizialmente generata dalla nostra elaborazione sinaptica), non necessiti di verifica. Questo processo porta di fatto ad un tipo di sillogismo secondo il quale ogni cosa che possieda tale caratteristica possa soddisfare i requisiti di apprendimento detti sopra e può generare di fatto un fenomeno definibile come "assuefazione per postulati".
Tale avvenimento, se applicato alle persone può generare un concetto di ammirazione o adulazione, se applicato alla scienza può acquistare a sua volta la definizione di "scientismo dogmatico" ovvero un atteggiamento intellettuale correlato alla totale fiducia nei concetti esposti da tali persone al punto di attribuire loro una presunta superiorità rispetto alla stesso beneficio del dubbio nel metterle in discussione. Si crea quindi il positivismo che in tali concetti sia presente una verità scientifica innata, senza necessità di verifica.
Una realtà divenuta storica, appurata fin dagli albori delle civiltà. Volendo addurre qualche esempio sia in ambito politico che religioso, ciò che viene detto da un'esponente di una comunità clericale viene considerato come buono e giusto per i suoi proseliti, ciò che viene proferito da un capo di un governo viene considerato implicitamente vero per i suoi sostenitori, come ciò che diceva il faraone era parola divina nell'antico Egitto.
Ebbene non dovremmo stupirci più di tanto di tale comportamento, in quanto è proprio dell'uomo. Difatti la mancanza di una verifica sensoriale diretta o di verifica scientifica personale può influenzare la percezione e l'accettazione di informazioni, soprattutto quando queste informazioni sono in linea con le aspettative o le credenze preesistenti del soggetto.
Sebbene si dibatta ancora su un'univoca conferma scientifica che possa abbracciare le affermazioni prima asserite, sono stati comunque svolti numerosi studi in merito. Si cita ad esempio lo studio condotto dagli psicologi Lepper, Greene, e Nisbett che nel 1973 ha mostrato come gli individui tendano a credere più facilmente alle informazioni che supportano le loro credenze preesistenti, anche se tali informazioni non sono basate su prove concrete o verificabili. In altre parole, il cervello umano è predisposto a cercare conferme di ciò che già crede, piuttosto che a mettere in discussione le proprie convinzioni. Fenomeno accentuato quando tali informazioni ci vengono fornite dall'esterno.
Nel dettaglio tale ricerca aveva l'obiettivo di esplorare come le aspettative preesistenti possono influenzare la percezione delle informazioni e come la mancanza di verifica sensoriale diretta può aumentare la suggestività delle persone.
Per raggiungere questi obiettivi, gli autori hanno condotto un esperimento diviso in tre parti:
Nella prima fase dell'esperimento, i partecipanti sono stati invitati a valutare i disegni di una serie di contenitori per bevande. In particolare, alcuni disegni erano stati creati per rappresentare bicchieri che per forma e colore contengono di solito bevande fredde (ad esempio, limonata) mentre altri disegni rappresentavano tazze o tazzine che sempre per forma e colore contengono solitamente bevande calde (ad esempio, caffè). Nessun disegno tuttavia mostrava il contenuto o bevande all'interno: infatti tutte le figure erano rappresentate vuote.
Nella seconda fase dell'esperimento, i partecipanti sono stati divisi in due gruppi. Il primo gruppo è stato informato che i disegni dei contenitori rappresentavano effettivamente contenitori per bevande fredde o calde come suggerito dall'esperienza soggettiva, mentre il secondo gruppo è stato informato che i disegni rappresentavano solo contenitori generici la cui bevanda poteva essere tanto calda quanto fredda, ovvero immagini senza alcun legame con la realtà soggettiva. Successivamente, i partecipanti sono stati chiamati ad assaggiare delle bevande (tutte servite a temperatura uguale ed ambiente) ed a valutare se fossero calde o fredde. I risultati hanno dimostrato che i partecipanti che avevano ricevuto l'informazione dei disegni delle coppe corrispondente all'esperienza soggettiva, ritenevano che la bevanda offerta fosse di temperatura più calda o più fredda in base al contenitore, mentre coloro che avevano ricevuto l'informazione che nelle immagini come un'informazione comunicata in precedenza (ovvero che in tali contenitori potevano essere servite bevande tanto calde quanto fredde), erano più propensi ad affermare che fossero della stessa temperatura.
La terza fase dell'esperimento ha confermato questi risultati, mostrando che la suggestione degli individui aumenta quando non sono in grado di verificare sensorialmente l'informazione che ricevono. In particolare veniva richiesta una valutazione visiva della tessitura di una stoffa (senza poterla toccare), ovvero se fosse liscia (ad esempio seta) o ruvida (ad esempio cotone). Successivamente venivano fornite informazioni verbali che contrastavano con quello che i partecipanti avevano detto (ovvero liscia se indicata come ruvida o ruvida se indicata come liscia). Ebbene in un seguito, qualunque disegno di stoffe fosse mostrato, la percentuale di una risposta corrispondente alle informazioni verbali indotte era superiore a quella originale dei partecipanti, indipendentemente dalle stoffe mostrate.
Inoltre, è stato dimostrato che la mancanza di verifica sensoriale diretta può aumentare tale suggestività, ovvero la tendenza a credere in cose che non sono basate su fatti concreti o reali. Ad esempio, gli individui possono essere influenzati da illusioni ottiche o da false informazioni fornite da fonti non attendibili.
Pertanto, sebbene sia facile citare in tali contesti esempi dogmatici in ambito religioso, dove si esclude a priori una qualsiasi volontà di riprova, non è comunque così raro trovare esempi in ambiti differenti: frasi o concetti fondamentalmente errati hanno infatti sempre generato nelle masse la convinzione della loro esistenza, assunti come postulati al punto da non poterne neppure mettere in discussione la loro esistenza empirica.
Si possono citare brevi esempi, tanto a livello filosofico quanto scientifico:
L'immortalità dell'anima di Platone, che sosteneva che la mente umana è separata dal corpo e continua a esistere dopo la morte corporea.
L'atomismo, che sosteneva che tutto il mondo materiale può essere ridotto a particelle indivisibili chiamate atomi (le prove sperimentali attuali dimostrano una divisibilità per la quale non si è ancora trovato né un termine né un modello universale che possa completamente conciliare la fisica classica con quella quantica delle particelle).
Il dualismo di Cartesio, secondo cui il corpo e la mente sono due entità distinte, separate e indipendenti che interagiscono tra loro.
L'idealismo oggettivo di Berkeley, che sosteneva che solo le menti esistono e che il mondo esterno esiste solo come oggetto delle nostre percezioni.
L'inconscio collettivo di Jung, che sosteneva l'esistenza fisica di un archetipo inconscio condiviso dall'intera umanità, che forma la base dell'esperienza umana.
La teoria flogistica, che sosteneva che ogni cosa conteneva una sostanza chiamata flogisto, che veniva rilasciata durante la combustione.
La teoria umorale della medicina, che sosteneva che la salute dipendesse da un equilibrio tra i quattro liquidi corporei: sangue, flemma, bile gialla e bile nera.
La teoria dell'evoluzione di Jean-Baptiste Lamarck, che sosteneva che gli organismi si evolvono attraverso la loro volontà di acquisire caratteristiche ereditabili durante la vita.
La teoria dell'abisso delle specie di Edward Suess, che sosteneva che le montagne si formavano a causa del cedimento delle parti più sottili della crosta terrestre all'interno di un abisso che circondava il globo (quando invece la geologia moderna ha dimostrato che si formano per collisione di placche, attività vulcanica, erosione o sedimenti).
La teoria del vitalismo, che sosteneva che la vita di un organismo dipende da una forza vitale o da un principio creativo non spiegabile dalle leggi fisiche, unita alla teoria della generazione spontanea, che sosteneva che i batteri, gli animali e le piante si possano generare spontaneamente da materia inanimata, (teorie entrambe smentite dalle moderne riprove chimiche, biologiche e genetiche).
Importante notare che tali assunti non sono stati presentati inizialmente come dogmi, ma semplici opinioni, in quanto sono un'applicazione dell'euristica umana nei confronti di fenomeni per i quali non si possa avere un'esperienza verificabile sensoriale diretta. Il motivo per cui si sia invece svolta tale conversione può essere ricercato nella grande forza entropico-informativa prima citata, carica della capacità di spiegare il mondo in modo astratto e teorico, che pose negli ascoltatori la domanda di una verifica scientifica in un piano secondario e trascurabile. Un sillogismo informativo che quindi non solo ha portato al concetto di "assiomaticamente valido", ma ha anche donato a tali idee il potere di rimanere in piedi per secoli.
Nel mondo attuale, dove ci si deve sempre di più confrontare con un analfabetismo di ritorno sempre maggiore, si assiste al medesimo fenomeno, ovvero i moderni divulgatori delle masse, youtuber, influencer, ed una schiera di individui che ottiene seguaci più dal numero di visualizzazioni piuttosto che per le effettive basi scientifiche, hanno ampliato la teoria che fa apparire la scienza stessa come un semplice punto di vista, insieme a tanti altri. Terrapiattismo, terracavismo, regno di Agartha, luna di Nibiru, Annunaki, raeliani e simili possono di fatto espletare tale induzione per postulati. Più nel dettaglio l'entropia informativa delle loro ipotesi, talmente carica di inusualità rispetto alla divulgazione di ogni tipo di studio scolastico, suggerisce all'ascoltatore privo di basi culturali una forte valenza positiva anziché negativa o ridicola, rappresentando di fatto la causa ed il successo di tali teorie.
Un fenomeno che si estende anche in ambito politico, dove si tende fin troppo spesso a reputare in linea di massima oggettivamente valida ogni azione compiuta dai sostenitori di chi è al potere, a volte senza chiedersi se i promulgatori o gli amministratori abbiano effettivamente conoscenze sufficienti od appropriate per essere alla guida dei relativi ministeri di competenza. Si può dunque parlare di scientismo politico? Un fenomeno pericoloso, in quanto spesso si giustifica l'utilizzo delle tecnologie a prescindere dalle sue conseguenze sociali, ambientali ed etiche. Il progresso tecnologico viene considerato positivo in sé, senza una reale valutazione delle conseguenze della sua realizzazione. Questo atteggiamento può portare ad una distopia scientista in cui tutto è permesso, anche a costo di sacrificare i diritti delle persone, delle comunità e dell'ambiente. Siamo infatti in un particolare periodo storico dove l'umanità ha raggiunto livelli tecnologici esponenzialmente avanzati rispetto ai precedenti, nel quale quindi si rende improcrastinabile considerare le implicazioni sociali ed etiche di ciò che viene realizzato. Scienze ingegneristiche, mediche, chimiche, belliche che sempre più spesso vengono utilizzate per interessi personali ed economici di pochi a discapito delle masse. Algoritmi programmati per aumentare i prezzi quando statisticamente ci sia richiesta di bisogni anche di prima necessità, droni militari addestrati a colpire in una fascia temporale, geografica e sociale allo scopo di causare più vittime possibili, armi biologiche sviluppate grazie a tecniche di realizzazione sempre più a portata di tutti, fino ad arrivare all'assistente domestico in grado di fornire istruzioni ad un bambino su come costruire una bomba con prodotti domestici presenti in ogni cucina, sono solo un più che riduttivo esempio di nuove tecnologie che, se non adeguatamente gestite, possono portare a conseguenze negativamente inimmaginabili.
Ma come dunque attuare una linea di condotta in tutto ciò? Dove si trova il confine di mezzo di ogni disciplina che determina la sua accezione positiva o negativa? La verifica dell'informazione stessa potrebbe essere la risposta corretta, ovvero un'accurata analisi di ogni sottovariabile che possa comprendere la totalità di unità informative o la percentuale necessaria per procedere verso un'umanità migliore che possa convivere in armonia con se stessa e con il suo naturale ambiente in cui è inquadrata? Una risposta di non semplice attuazione, poiché il solo analizzare unità informativa, ogni concetto, ogni tassello nel progresso, porta ad una miriade di sottoinsiemi tali che la capacità elaborativa che possa soddisfare il confronto di tutte le variabili e sottovariabili risulta sempre più complessa. Questo per il semplice motivo che gli strumenti che usiamo sono più veloci della nostra stessa capacità di adattamento o regolamentazione ai prodotti che ne scaturiscono. Questo in primo luogo perché di fatto, fin dall'alba dei tempi, il legiferare o politicizzare è stato sempre un compito affidato al solo intelletto umano, ovvero non si sono mai utilizzate particolari macchine o matematica avanzata in tali discipline. Ci sono diverse ragioni per cui le scienze tecnologiche non sono state applicate a tali discipline o poteri. Una delle principali è che queste sono essenzialmente discipline umanistiche, che hanno sempre richiesto una comprensione approfondita, ma limitata alla storia, alla cultura ed alla sociologia. Infatti le decisioni politiche o giuridiche spesso dipendono dalle interpretazioni dei fatti e delle norme che richiedono una valutazione soggettiva della situazione, finora attribuita inderogabilmente all'uomo. La spontanea risposta potrebbe essere proprio quella di usare strumenti tecnologici che possano soddisfare i requisiti umanistici richiesti per colmare il divario creatosi. Un'idea impossibile, fino a poco tempo fa, ma che oggi si fa sempre più avanti: è sempre più sotto studio infatti l'introduzione della figura del "supervisore digitale" chiamato anche "AI advisor"; questi altro non è che un sistema di intelligenza artificiale che potrebbe aiutare l'uomo a prendere decisioni con una verifica delle stesse più informata. Queste "figure" potrebbero svolgere un ruolo importante nel supportare le decisioni umane, offrendo raccomandazioni sulla base di dati analizzati e di algoritmi avanzati. Mettendo in correlazione il presente con ciò che è già avvenuto in passato, potrebbero aiutare anche tali discipline umanistiche, creando di fatto una coscienza storica ed una successiva armonica coniugazione con tutto ciò in cui ogni singola scelta si debba interfacciare.
Sistemi di fatto già attualmente in fase di sperimentazione e non più fantascientifici: esistono già infatti software di analisi del rischio legale che utilizzano avanzati algoritmi per aiutare gli avvocati a individuare i rischi legali associati alle decisioni aziendali. Questo tipo di software può analizzare grandi quantità di dati e fornire raccomandazioni per prendere decisioni più informate in materia di legge. Altri esempi di "supervisore digitale" includono i cosiddetti "chatbot legali", come "DoNotPay" o "Lawbot", che offrono assistenza legale automatizzata ai consumatori, la piattaforma di gestione dei contratti e dei documenti legali Legisway e software di analisi del linguaggio naturale utilizzati per interpretare i documenti legali e le decisioni della corte.
Ma come detto nell'incipit è necessario che anche tali tecnologie non cadano appunto nello scientismo assuefatto, pertanto una comprensione del loro funzionamento più che completa da parte degli utilizzatori è quantomai necessaria.