Come cambierà il mondo con l'Intelligenza Artificiale?
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza su cosa sia l'Intelligenza Artificiale, dato che in tutto il mondo se ne sta parlando, disquisendone in modo esponenziale:
L'intelligenza artificiale (AI) se paragonata alle altre invenzioni umane si può definire una delle tecnologie più avanzate che l'umanità abbia mai creato. Il suo ambito di applicazione è vasto e va dall'automazione degli ambienti domestici alla diagnosi medica assistita, fino alla guida autonoma di veicoli. Sono molte le imprese e i governi che investono in questa tecnologia, poiché essa promette di migliorare la vita umana da un punto di vista economico, medico e politico.
Per spiegare il suo funzionamento in modo breve anche se riduttivo, si può asserire che l'AI, con le tecnologie elettroniche e le tecniche di programmazione informatiche di oggi, è basata sull'elaborazione di enormi quantità di dati attraverso algoritmi: questi possono essere più o meno complessi e spaziano dalla comparazione diretta per sequenze di immagini a programmi statistico-matematici avanzati. Gli algoritmi attuali sono stati sviluppati per risolvere problemi specifici, come ad esempio la diagnosi medica, la raccomandazione di prodotti o la rilevazione dei comportamenti degli utenti sui social media. Questi algoritmi sono stati testati su mastodontiche quantità di dati, spesso prendendo l'intero mondo di internet come riferimento, in modo da "addestrare" il sistema a riconoscere modelli e relazioni tra i dati.
Una volta capito questo, si può facilmente dedurre che il problema principale dell'AI è la sua "intelligenza zero" (problema che vale sia per chi vuole raggiungere un sistema di ragionamento simile a quello umano, sia per chi crede che possa rispondere in modo inconfutabile a qualsiasi quesito). Questo significa che non possiede una coscienza propria e non può eseguire alcuna attività al di fuori del suo fine, ovvero non è capace di autodeterminarsi, quindi non è in grado di superare lo scopo per cui è stata programmata.
Questa è la realtà attuale: non sappiamo infatti se da oggi ad un numero imprecisato di anni i nuovi processori e le nuove tecnologie possano portare l'intelligenza artificiale ad un'autocoscienza, ma sicuramente possiamo asserire che a data attuale tale coscienza non esista affatto (per entrare un po' nel futuro è sotto studio il cosiddetto "approccio neuromorfico" che simulando il processo sinaptico umano cercherà di farla dipendere sempre di meno dall'addestramento guidato per renderla autonoma, ma è ancora un progetto più che embrionale e tutto da dimostrare).
Di conseguenza, i rischi dell'AI ed i danni alla vita umana che ne possono scaturire sono limitati dall'uso che se ne fa: la macchina non potendo capire il motivo delle sue azioni o il loro significato, non possiede di per se stessa un senso di etica, di morale o di autoconsapevolezza. Ciò porta ad altre problematiche come la possibilità di causare danni involontariamente, per questo l'addestramento (il tanto citato "Machine Learning") è fondamentale ed irrinunciabile per ora.
Casomai il problema di questa tecnologia (come quello di qualsiasi risorsa potente che può essere usata per ogni scopo) è che a data attuale è a disposizione di tutti, dal bambino che volendo emulare l'ultimo film d'azione chiede come costruire un esplosivo con i prodotti reperibili nella cucina della propria casa, a gruppi di malintenzionati per creare armi autonome che selezionano e attaccano obiettivi senza alcun controllo umano, oppure potrebbe essere impiegata per diffondere disinformazione e propaganda politica, senza contare l'utilizzo per frodi come il furto di dati sensibili o credenziali bancarie. Se queste tecnologie diverranno accessibili a chiunque, possono aumentare tanto la probabilità di crimini nella vita reale quanto di attacchi informatici e di "cyber-crimini", che già esistono, ma ovviamente saranno esponenzialmente amplificati.
Un'altra preoccupazione riguarda la mancanza di regolamentazione del suo uso, il che potrebbe portare a situazioni in cui venga utilizzata in modo scorretto o inconfutabile, con conseguenze potenzialmente dannose: per questi motivi, è necessario che tali tecnologie vengano sviluppate e utilizzate in modo responsabile ed in linea con un quadro etico e legale ben definito.
Ciò nonostante, l'AI è temuta da molte persone: una paura legata soprattutto a coloro che non conoscono il suo funzionamento, ma anche dai timori dei programmatori e sviluppatori della stessa, che si rendono conto di come questa tecnologia (se non regolamentata o controllata) possa causare seri danni da un punto di vista sociale, politico e bellico, tantoché qualcuno azzarda che possa addirittura compromettere il futuro della razza umana.
Per dare qualche numero un recente sondaggio ha mostrato che il 72% degli americani ha paura dell'AI mentre il 67% ha paura della robotica, almeno in via empirica, senza però rendersi conto che, quando si cerca una rimedio per malattie o problemi anche banali (dall'esecuzione di una lastra, un'ecografia o una risonanza magnetica ad un semplice aiuto nel bilancio per la spesa settimanale) ci si rende conto di come quella macchina che ci "scansiona" possa essere un validissimo ausilio per diagnosticare malattie o aiutarci nel quotidiano e quindi preservare e migliorare la nostra vita. Questo perché come detto prima, non è la tecnologia in se stessa, ma è l'uso che se ne fa che la definisce utile o dannosa.